PERCHE’ LA SANITA’ ITALIANA CI SALVERA’ E PERCHE’ IO MI MUOVO (IN SICUREZZA E SECONDO LA LEGGE)

Mi chiamo Lorenzo Tiezzi, ho 48 anni e faccio un sacco di sport, tutti abbastanza male. I miei genitori da bambino e da ragazzino me li hanno fatti fare un po’ tutti, con scarsi risultati. Ho pure giocato a pallanuoto e fatto con grande passione l’istruttore di nuoto per anni e il bagnino. Oggi faccio ultra trail (corsa in montagna di lunga distanza, tipo 30 ore di gara), faccio schifo ma mi piace. Sono sempre stato sano, come diceva la mia mamma. “voi sani”, diceva la mia mamma.

Siccome siamo tutti preoccupati, con ragione, per questo virus di melma, volevo scrivervi perché è giusto esserlo. Ma non è giusto essere disperati. Io seguo ogni disposizione e ho paura. Ma non sono nel panico. La situazione è difficile, anzi gravissima, ma non tragica.

Non sono nel panico perché a differenza di molti, purtroppo, conosco bene l’efficienza della sanità italiana pubblica. A 24 anni ho fatto 10 mesi di servizio civile in un ospedale E soprattutto, se la sanità non fosse pubblica quando si tratta di salvarti la vita, io sarei sicuramente in mezzo a una strada. 

La mia mamma è morta a 67 anni dopo decenni di problemi polmonari cronici. Doveva fare ogni giorno la ginnastica respiratoria per far funzionare i polmoni. A letto. Per questo so quasi tutto di tosse e affini. Con tanti piccoli problemi e un esercito di angeli che l’hanno accudita, è state curata bene. Subito prima di morire, sembrava stesse meglio e stavo discutendo di una clinica di convalescenza. Invece non ce la fece. Le ultime ore furono ovviamente terribili ma le vivemmo tutti insieme, in famiglia. Per questo chi se ne va oggi da solo mi mette una pena infinita. So cosa vuol dire. Come tanti. Come troppi. Secondo me molti di noi non sono nel panico, perché hanno visto cosa succede negli ospedali. Sono bravi, negli ospedali.

Il mio babbo invece c’è ancora sta bene. Ha avuto tanti di quei ricoveri: prima il ginocchio sinistro distrutto per un incidente mi sembra a trent’anni, poi un gravissimo incidente in Africa nei primi anni ’80. Fatto trasportare a Roma da mio zio pilota con un volo di fortuna (visto che quello di Europe Assistance non arrivava e perdemmo pure la causa – fidati sempre dei privati), fu operato al Gemelli. Fu uno dei primi ad essere operato per un trauma spinale: gli misero due barre d’acciaio nella schiena (poi estratte dopo un paio d’anni) e ci dissero: NON RICAMMINERA’ MAI. Dopo un anno o un po’ di più camminava. Male ma camminava. Ricordo che le infermiere facevano entrare me me mia sorella di nascosto al CTO a Firenze, perché i bimbi non potrebbero entrare, ma se li tuo babbo in ospedale ci deve stare un anno… Qualche tempo fa, il mio babbo che ha ormai più di 80 anni, ha avuto una terribile caduta ed è stato a lungo in bilico tra vita e morte. Ma alla fine, dopo una convalescenza lunghissima, ce l’ha fatta. E non è manco più in carrozzina. Cammina. Male, con il bastone, ma cammina. Ed è a casa sua.

Il mio babbo è tosto, come era la mia mamma, ma se hanno avuto una vita degna di essere vissuta è grazie alla sanità italiana che quando si tratta di salvarci la vita è gratuita.

Questo virus è uno schifo e i medici fanno bene a lamentarsi, ma sono tra i più bravi al mondo. Anzi, sentiamo soprattutto politici a lamentarsi. I medici e i manager sanitari tacciono. Lavorano. I virologi (che sono scienziati più che medici, nel senso che fanno ricerca ma non curano pazienti, credo) si lamentano e fanno pure bene. I dottori e gli infermieri tacciono e salvano le vite. 

Fanno quasi miracoli o quasi. Molti dei morti hanno patologie pregresse, non possono salvare tutti, ma fanno cose che da qui, da casa nostra, sembrano impossibili. Le fanno tutti i giorni. Oggi ancora di più. 

Per questo, se proprio dovessi ammalarmi di una cosa, vorrei farlo qui, anche oggi con la situazione di melma in cui siamo.

Chiudo con l’importanza del movimento, per me. 

Quando andavo a trovare la mia mamma che come noi oggi aveva sempre in casa le mascherine, mi diceva sempre esci tu che puoi. Quando il mio babbo era in difficoltà incredibili, dopo aver fatto la notte in ospedale, andavo a correre un po’. Poco e male. Mi muoverò sempre, finché vivo. Poi creperò e starò fermo.

So che muovere il corpo mette un po’ in asse anche la mente. E oggi ne abbiamo bisogno tutti. Anche oggi è possibile farlo, stare all’aperto un po’. E allora io mi muovo. Dormo poco e male, poi mi alzo e corricchio, male e piano. Da solo. Quello che faccio non è illegale. NON siamo in quarantena tutti.

Non consiglierei a nessuno di iniziare a correre oggi: oggi è dura. Non è gioia. E’ necessità. Ma a me serve. 

Vedo che chi si muove un po’ è comunque il problema. Non lo è la sedentarietà / obesità (che uccide una persone ogni 10 minuti, oggi in Italia). Non è chi continua a fumare con questa tragedia in atto… ed è giusto sia così. ognuno fa quello che gli pare, purché sia legale. 

Immagino che avere un bersaglio facile (il runner) serva comunque scaricarsi. Fatelo se vi va. Io continuo a correre, pianissimo, finché sarà possibile e legale. Offendetemi, se vi serve, io me ne fotto e corro. Piano e male. Perché è legale. Non fosse legale non lo farei.

Se domattina al Parco Tarello a Brescia alle 6 ci sarà troppa gente, tornerò subito a casa e il giorno dopo ci andrò alle 4. Se alle 4 di mattina sarà pieno, ci andrò alle 2 di notte, in sicurezza. Se ci sarà troppa gente anche alle 2, starò a casa contento del fatto che comunque qualcun altro ha capito che muoversi anche oggi in questo periodo di melma muoversi fa bene.

Lorenzo Tiezzi lt@lorenzotiezzi.it

OSSESSIONATO DA NEWS & SOCIAL? ECCO LA ALLADISCO & LTC TOP 10 / Un aiutino per non farsi travolgere dall’ansia


Eccoti un bel regalo! 10 regoline e 2 inviti by AllaDiscoteca & ltc – lorenzo tiezzi comunicazione per non farsi travolgere dall’ansia. Tutto gratis. Probabilmente servono a poco. Ma a niente no.

1 )Passare la giornata sulla timeline dei social non aiuta a trovare la cura per il Coronavirus. Disconnettersi per qualche ora può servire.


2) Essere informati sul virus è logico, voler sapere tutto senza essere medici no. News e social fanno compagnia. Passare invece la giornata con il telefonino in mano invece è un problema.


3) Salutare le persone a distanza per strada non passa il virus. Aiutare i senzatetto neppure. 


4) Chiamare e videochiamare amici e parenti aiuta a non sentirsi soli, perché le restrizioni valgono per tutti.


5) I bambini hanno diritto di non essere ossessionati da questa pandemia. Cerchiamo di farli ridere un po’.


6) La luce di cellulari, iPad e PC spesso dà insonnia. Non usarli a letto e dopo cena è utile per dormire meglio.


7) Infodemia (dipendenza da news che non si riescono a capire davvero), obesità, depressione, ipocondria (…) sono malattie. Come il Coronavirus. Capire di essere a rischio è il primo passo per iniziare a star meglio e vivere.


8) I lupi in gabbia continuano a muoversi e non ingrassano: farlo anche in casa può aiutare la mente.


9) Online si possono imparare tante cose. Darsi orari e regole come quando si lavora può essere utile a non perdersi nell’ansia.


10)Chi è solo in casa e/o anziano oggi può essere davvero in difficoltà. Star loro vicini con social e telefono serve.


CONTENTO? 


Ecco due altre piccole idee per aiutarsi a vicenda da questa situazione


A) Comprare qualcosa nei piccoli negozi sotto casa (edicole, alimentari, etc) può aiutarli a sopravvivere.


B) Se tutti coloro che possono non chiederanno sostegni allo stato, ci saranno più soldi per la sanità.
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Queste piccole e certo non perfette regoline le scrive Lorenzo Tiezzi, 48 anni, laureato al Dams nel 1996 dopo aver studiato un bel po’ media, sociologia, semiotica (pure con Umberto Eco). Con la sua agenzia ltc lavora da oltre 25 anni in ambito intrattenimento e comunicazione. 
www.lorenzotiezzi.itwww.alladiscoteca.com
lt@lorenzotiezzi.it

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14/03 Io resto a casa e ballo con Luca Agnelli sulla pagina FB del Bolgia di Bergamo, dalle 23 #iorestoacasaeballo #bolgia



Sabato 14 Marzo 2020, dalle 23, in diretta streaming sulla pagina Facebook del Bolgia di Bergamo – https://www.facebook.com/bolgiaofficial/ e su quella di altre importanti realtà importanti del clubbing italiano, si balla. 
La musica è quella di Luca Agnelli, top dj toscano che al Bolgia in carne ed ossa è venuto a portare il suo sound e la sua energia tante volte. L’iniziativa è “Io resto a casa e ballo”, l’hashtag è #iorestoacasaeballo – Mentre c’è chi soffre davvero negli ospedali, mentre c’è chi si sacrifica e rischia la vita aiutando i malati, artisti e locali danno un piccolo contributo e provano a far divertire chi di solito il sabato sera fa tardi ballando con il sorriso.
Ballare a casa, da soli in casa, per ragazze e ragazzi, non sarà la stessa cosa. Perché è solo nei locali come il Bolgia che la musica aiuta ad incontrarsi e conoscersi, solo mentre si balla nascono amori ed amicizie che spesso non durano una notte, ma una vita intera. Sarà comunque molto meglio di scorrere semplicemente la timeline, arrabbiarsi o sonnecchiare. 
#iorestoacasaeballo #bolgia
https://www.facebook.com/bolgiaofficial/
COS’E’ IL BOLGIA DI BERGAMOwww.bolgia.itmedia info http://lorenzotiezzi.it/bolgia-bergamo/
Quella che è iniziata a settembre 2019 è la 18esima stagione di musica elettronica, top dj & dintorni a Bolgia di Bergamo. 18 stagioni sono tante, e qui sono state tutte vissute con la stessa gestione.
Nella sua lunga storia, il Bolgia è infatti diventato un punto di riferimento per chi ama la musica house in tutti i suoi colori. Una disco senza aggressività e  senza ‘esclusività’, che punta tutto sulla musica, su ottimi dj e su un’atmosfera scatenata. 
Impossibile citare tutti i top dj che si sono alternati al Bolgia. Sul sito del locale c’è un elenco parziale (https://www.bolgia.it/news/). Qui segnaliamo, in puro ordine sparso, almeno Jeff Mills, Ilario Alicante, Sam Paganini, Len Faki, Sven Vath, Amelie Lens, Charlotte de Witte, Marco Faraone, Nina Kraviz, Chris Liebing, Chris Liebing, Steve Aoki (…).
Quello che ormai è uno dei club più longevi d’Italia in assoluto, ha uno spirito tutto suo che ha attraversato e condizionato generazioni di clubber, uno spirito che sempre contraddistingue le notti del club e che va ben oltre la semplice musica e del nome del dj che per una sera si esibisce in console.
Spesso infatti (accadde ad esempio per Steve Aoki) i dj che suonano al Bolgia in breve tempo diventano star globali. Non accade solo perché il top club bergamasco è un bel trampolino di lancio. E’ che al Bolgia non suonano solo dj star. La vera protagonista è la musica. Qui c’è sempre proprio quel sound che in un certo periodo fa ballare il mondo. 

CHI E’ LUCA AGNELLIhttps://www.facebook.com/djlucaagnelli
Luca Agnelli, toscano, dj, producer, remixer in continua evoluzione musicale, sempre alla ricerca di nuovi stimoli ed obiettivi, sperimentando sempre nuovi percorsi, reinventando nuovi linguaggi.
Eclettico, creativo, curioso, coinvolgente, dallo stile inconfondibile, trasmette passione ed adrenalina, fa sognare ed emozionare.
Techno è il suo suono ma si percepiscono le sue radici house.
E’ fondatore di Etruria beat records, label internazionale che ha prodotto artisti del calibro di Andre Kronert, TWR72, Electric Rescue, Oliver Deutchmann, Locked Groove, 2000 and One, Dj Tennis, Bastiov, Dj Emerson, Mattias Fridell, DAST, Arnaud Le Texier, Dj Sodeyama, Kaiser, Nikita Zabelin, Reform, Dana Ruh, Pig&Dan, Toms Due, Kevin de Vries, Roberto Clementi e molti altri.
Ha prodotto musica per diverse rispettate etichette discografiche come Drumcode, Soma, Planet Rhythm, Safari, Tiptop Audio, Paranoid Dancer, Be as One, Truesoul, Desolat, Four Twenty, Dirty Bird, MBF oltre che naturalmente per Etruria beat.
A maggio 2014 è stato protagonista della copertina di Dj Mag Italia scelto attraverso un sondaggio dai lettori della rivista.
A novembre 2016 ha remixato il capolavoro “Porcelain” dalla leggenda vivente MOBY rilasciato su Drumcode.
Ha suonato nei più importanti clubs d’Europa come Cocoricò (Riccione), Amnesia (Ibiza), Boothaus (Koln), Fabrique (Milano), Cocoon (Frankfurt), Guendalina (Lecce), Spazio 900 (Roma), Privilege (Ibiza), Tini (Livorno), Input (Barcelona), Steam (Athens), Club Bahnhof (Koln), Unlocked (Palermo), All Time Clubbing (Bucharest), Cromie (Taranto), Goethebunker (Essen), Angels of Love (Napoli), City All (Barcelona), Panama (Amsterdam) Cavo Paradiso (Mykonos), With Love (Catania), Magazzini Generali (Milano), Komplex 457 (Zurigo), Egg (London), Penelope (Madrid), Gazgolder (Moscow), Rashomon (Roma), Mad (Losanne)) e molti altri.

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Samuele Sartini: un’ora di house, “Stars” e un periodo in cui stare con chi si ama


Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Samuele Sartini, dj producer italiano conosciuto in tutto il mondo. Ad esempio, la sua “Love You Seek / Seek Bromance” nel 2018 è stata scelta per la colonna sonora di “The 15:17 To Paris”, film del celeberrimo premio oscar Clint Eastwood. Per la versione cantata del suo primo successo (Tim Berg – “Seek Bromance”), Avicii prese la voce da “Love U Seek”, un brano pubblicato da Samuele Sartini nel 2011 su Do It Yourself. 


Mentre chi soffre davvero è in ospedale, anche dj e artisti, sono in difficoltà. Ma possono dare qualche idea per vivere con un più di serenità questo periodo di stop. Ad esempio, Sartini sui suoi social racconta di saper fare solo musica: “Il Deejay… Probabilmente è l’unica cosa che so davvero fare! Ecco per voi, un’ora di house music. Per tutto il resto preferisco lasciare la parola agli esperti”, spiega. E lascia un bel link per ascoltarsi un dj set di un’ora. Lo ascoltate qui


Una delle sue produzioni più recenti è “Stars”, prodotta con Jonk & Spook. “Non è di certo una track da ‘balli scatenati’ ma allo stesso tempo è un disco che mi emoziona e che sto proponendo con grande entusiasmo. Spero riuscirà ad emozionare anche voi”. La ascoltate qui: https://bit.ly/2T7bLGj


Che cosa stai facendo in questo momento di stop?Come gran parte degli italiani, cerco di fare la mia parte nell’interesse comune rimanendo a casa tranne in casi di estrema necessità. 


Stai creando nuova musica nel tuo studio di registrazione?Assolutamente si, anche se in tutta onestà non è cambiato poi molto rispetto ad un paio di mesi fa. Sono sempre molto attivo in studio di registrazione alla ricerca e sviluppo di nuove idee per le mie produzioni discografiche.


Come passi il tanto tempo che resta?Mi prendo cura della mia mente e del mio corpo ma soprattuto lo passo in compagnia delle persone che amo.


Vuoi dare qualche idea ai tuoi colleghi artisti o giovani per sfruttare in qualche modo questo momento difficile?Mi piace sempre guardare il lato buono di ogni avvenimento e sono certo che anche da questa brutta esperienza nasceranno delle cose molto interessanti… Ai più giovani, che ambiscono ad una carriera da produttore, consiglio di sfruttare queste settimane alla ricerca di un suono, di un’identità precisa che permetterà loro di essere poi riconoscibili.


Cosa vorresti fare quando potrai di nuovo far divertire la gente?Quello che ho sempre fatto, ma se possibile con ancor più amore ed entusiasmo. Nei club di tutta Italia, quando tutto questo sarà alle spalle, sarà sempre Natale!!!


FOTO HI RES E MEDIA INFO SAMUELE SARTINIhttp://lorenzotiezzi.it/samuele-sartini-dj/

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Komatsu San: una playlist per conoscere “internet music” e “riddim dubstep”


Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Komatsu San, ovvero con Aldo Gambarini, giovane artista bergamasco che di solito vive, studia e lavora a Milano. Il suo nuovo singolo, “SwitchBlade”, una cavalcata decisamente energica, tra pop ed elettronica. La ascoltate qui: bit.ly/2vKomatsuSan


Siccome la musica a parole non si capisce mai davvero, sono due linguaggi diversi e siccome l’alternative pop è purtroppo poco programmata dalle radio italiane, ecco una bella playlist per avvicinarsi ad un universo sonoro decisamente piacevole. La trovate qui: bit.ly/KomatsuSanPlaylist . Un periodo non facile come questo è perfetto anche per avvicinarsi a musica nuova. “Ho creato la playlist ‘Fashion & Lifestyle’ per condensare tutte quelle che sono le mie influenze maggiori”, racconta Komatsu San. “Non sono solo dei pezzi che mi piacciono, sono dei veri e propri pilastri fondanti del melting pot su cui si basa Komatsu San. Si passa dalla caramellosa internet music di Alice Longyu Gao alla brutale riddim dubstep degli Knife Party passando per altri artisti del calibro di S3RL e Virtual Self”.


Che cosa stai facendo in questo momento di stop? Sto lavorando, studiando, ed auto – migliorandomi. Non ho intenzione di lasciarmi prendere dal malumore ma di sfruttare quest’occasione per diventare una versione migliore di me stesso.


Stai creando nuova musica nel tuo studio di registrazione?Sono confinato a casa dei miei genitori a Bergamo mentre il mio studio è a Milano, quindi sono impossibilitato a produrre alcunché. Ciò significa che immagazzinerò ispirazione a tempo indefinito e quando tornerò in studio darò forma a tutto ciò che mi è frullato in testa durante questa quarantena.


Come passi il tanto tempo che resta? Le mie attività principali, come dicevo prima, sono legate all’auto miglioramento. Ho imparato a cucinare piatti nuovi e ho ricominciato ad allenare il mio fisico dopo mesi di stop. Seguo le lezioni da casa e la sera gioco online con qualche amico. Non sono mai stato così produttivo per quanto riguarda me stesso e al contempo così genuino. Mi sembra di vivere dentro a qualche gioco di simulazione dove è giunto il momento di accumulare punti esperienza.


Vuoi dare qualche idea ai tuoi colleghi artisti o giovani per sfruttare in qualche modo questo momento difficile? Tenete la mente occupata ma soprattutto allenata. La parte più difficile, per lo meno per me, è il contatto umano. Sono una persona che ha costantemente bisogno di stare in mezzo alla gente ma sono consapevole del fatto che stare da solo mi sta temprando. Ricordatevi che ad un certo punto finirà e avremo tutti un concetto diverso di libertà, magari la daremo meno per scontata.


Cosa vorresti fare quando potrai di nuovo far divertire la gente?Ho già in mente un sacco di progetti e collaborazioni da mettere in atto non appena torneremo a vivere in modo normale. Ho intenzione di viaggiare e espandere i miei orizzonti sia sociali che musicali.


MEDIA INFO E HI RES PHOTO http://lorenzotiezzi.it/komatsu-san/

Pequod Acoustics: design camaleontico a servizio del suono



E’ davvero difficile immaginare un suono chiaro, potente e pulito senza sentirlo. Se ciò che riescono a fare i diffusori acustici 100% Made in Italy Pequod Acoustics non è quindi possibile da raccontare a parole e non passa per video e foto… non è facile neppure immaginare la versatilità visuale di questo tipo di casse. 
Se l’imponenza di un enorme Hydra, il supersub di Pequod Acoustics in qualche modo la si percepisce anche da una foto, serve a poco scrivere che tramite video e proiezioni multimediali l’impianto audio come un camaleonte sembra cambiare forma a seconda del momento… Senza qualche esempio concreto.
Ecco quindi due foto, una sopra l’altra, scattate nello stesso locale, il Nuna Lounge di Đà Nẵng, in Vietnam. Il locale, appena aperto, è lo stesso, ma grazie a proiezioni video cambia completamente: l’impianto audio, che è bianco, diventa rosso come un incendio e ghiaccio come un’astronave… 

PHOTO HI RES EMEDIA  INFO PEQUODhttp://lorenzotiezzi.it/pequod-acoustics-hi-pro-speakers/
SITO UFFICIALE PEQUOD ACOUSTICShttps://pequodacoustics.com
SOCIAL PEQUOD ACOUSTICShttps://www.facebook.com/pequodacoustics/https://www.instagram.com/pequodacoustics/
COS’E’ PEQUOD ACOUSTICS  / VIDEO IN INGLESE SU YOUTUBE https://youtu.be/YqaKM2Y-m78
Proprio come il capitano Achab in “Moby Dick” guida la sua baleniera Pequod alla ricerca della balena bianca, i due fondatori di Pequod Acoustic, i fratelli Simone e Andrea Ugolini, entrambi ingegneri guidano la loro azienda alla ricerca della perfezione nella riproduzione del suono. 
Ci sono altre connessioni tra mare e Pequod Acoustics: i diffusori sono realizzati in vetroresina, lo stesso materiale utilizzato per le barche da regata. E’ resistente e facile da riparare. Inoltre, nel logo aziendale, si vede chiaramente la forma di un pesce sega. Questo pesce ha un rostro in grado di “sentire” le onde elettriche delle sue prede… I diffusori Pequod Acoustics fanno il contrario: diffondono  musica perfettamente.
Il viaggio senza fine di Pequod Acoustics inizia a Firenze, dove le casse vengono progettate, ingegnerizzate e poi prodotte. Non è un caso. Negli stessi luoghi dove Leonardo Da Vinci dette vita alle sue invenzioni, oggi c’è una filiera di aziende italiane dedicate all’audio high-end (le apparecchiature dedicate agli appassionati di hi fi) ed al pro audio (ciò che ci diffonde musica nei locali e ai concerti).
Pequod Acoustics ha fatto qualcosa di inaspettato: ha portato innovative soluzioni hi-end nel mondo del pro audio. Ecco perché i suoi diffusori sono così leggeri ed hanno un rapporto così favorevole tra livello di pressione sonora e peso dell’impianto (dB/KG). Inoltre, hanno un rapporto molto basso tra costo e pressione sonora (€/dB)…
La filosofia di Pequod Acoustics è facile da raccontare: niente compromessi, ricerca instancabile e soluzioni particolari. Non sono certo molti i diffusori single horn nel settore pro audio. Ma un diffusore single horn, quando viene accoppiato con trasduttori in specifiche frequenze sonore, permette un’elevata dinamica, combinata  tra l’altro con un alto livello di pressione sonora e livelli di distorsione molto bassi. In altre parole, i diffusori Pequod Acoustics sono perfetti per un club o per qualsiasi tipo di evento in cui la musica debba suonare ad alto volume perché non distorcono il suono all’aumentare della potenza. 
I diffusori Pequod Acoustic derivano da una ricerca che ha richiesto molti anni di passione. Sono stati presentati ufficialmente al mondo solo pochi mesi fa, durante Prolight and sound fair, a Francoforte, nell’aprile 2019. Per completare il team, Simone e Andrea Ugolini hanno recentemente ingaggiato Leonardo Dani come Chief Sales Officer, un grande professionista che ha una grande esperienza internazionale nel settore pro-audio anche come tecnico del suono. 

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Mitch B.: “Riposo e tanta musica per tornare a far divertire”



Per colpa del Coronavirus, l’Italia è ferma e il mondo pure. Solo chi è malato ha problemi, reali, concreti, spesso irreparabili. Ma sono in difficoltà, sia pure in modo immensamente meno irreparabile, anche artisti, musicisti, dj, etc), completamente fermi da tempo, sono infinitamente più piccole. Ma ci sono e proviamo a raccontarle… così magari il tempo passa un po’ più in fretta. 


Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Mitch B., dj romagnolo sempre in movimento tra i club italiani e pure spesso guest in quelli ibizenchi. Anche quest’anno in corsa a Dance Music Awards (DMA). E’ infatti tra i dj in Nomination che si contenderanno la vittoria finale. Dopo la vittoria dello scorso anno come dj resident del celeberrimo Pineta di Milano Marittima (RA). Chi ha voglia di votare Mitch B. può farlo mandando un SMS al 3381909200 con scritto nel testo il codice 207. Non è invece possibile votare tramite WhatsApp. E’ possibile votare fino al 15 marzo 2020.


Che cosa stai facendo in questo momento di stop?
Ne sto approfittando per recuperare un po’ di sonno arretrato dalle tante serate e ascolto molta musica. Appena si potrà ripartire, voglio essere pronto e avere una selezione impeccabile!


Stai creando nuova musica nel tuo studio di registrazione?
Si, sto lavorando ad una cover di “Respect” di Aretha Franklin, un brano unico. assieme a Kortezman. Sarà un produzione in puro stile glitterbox, e ad un inedito assieme ai Mato Locos. Sarà un pezzo molto frizzante ed estivo. 


Come passi il tanto tempo che resta?
Lo dedico a mangiare! Sicuramente ingrasserò, sperimentando tutte le mie ricette inesistenti! 


Vuoi dare qualche idea ai tuoi colleghi artisti o giovani per sfruttare in qualche modo questo momento difficile?
Ascoltate tanta musica, consultate le classifiche seguendo anche i vostri artisti preferiti, guardate tutorial video, ma soprattutto siate positivi perché ne abbiamo bisogno. 


Cosa vorresti fare quando potrai di nuovo far divertire la gente?
Sicuramente proporre la musica selezionata nel frattempo, assieme alle tracce create. Spero inoltre che questo momento di stop, faccia tornare tanta voglia di ballare a tutti. E’ una tragedia assoluta, ma paradossalmente potrebbe farci riassaporare quanto conta il divertimento.

Alberto Salaorni (Al-B.Band): un periodo di stop per nutrire l’ispirazione

Alberto Salaorni (Al-B.Band): un periodo di stop per nutrire l’ispirazione
Per colpa del Coronavirus, la nostra vita è come sospesa. Solo chi è in ospedale e rischia la vita, sia chiaro, ha veri problemi. Le difficoltà di chi lavora nella musica e nell’intrattenimento (artisti, musicisti, dj, etc), completamente fermi da tempo, sono infinitamente più piccole. Ma ci sono e proviamo a raccontarle.. così magari il tempo passa un po’ più in fretta. 


Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Alberto Salaorni, anima, cuore, chitarra e voce della Al-B.Band, una delle formazioni live più attive d’Italia. Veronese, si definisce saltimbanco, anche se è un musicista raffinato che sa anche intrattenere e far divertire. Chi ha voglia di ascoltare il sound scatenato della Al-B.Band live deve aspettare un po’. Ma i brani originali e qualche cover del gruppo li trovare su Spotify, YouTube ovunque.


Che cosa stai facendo in questo momento di stop forzato? E’ il momento perfetto per riordinare le idee, una buona occasione per studiare, ascoltare e “nutrire” la propria ispirazione…


Stai creando nuova musica nel tuo studio di registrazione? La mia chitarra e il mio pianoforte sono a portata di mano, come sempre del resto, pronti a cogliere idee nuove… Per fissare tutto, in fondo basta solo su un “vecchio” registratorino a cassette. Ho già alcune idee.


Come passi il tanto tempo che resta?Amo la fotografia,  la grafica,  le vecchie foto da restaurare. Considero tutto cio’ molto “terapeutico”. 

Vuoi dare qualche idea ai tuoi colleghi artisti o giovani per sfruttare in qualche modo questo momento difficile? Penso che un artista, un musicista, uno che come come me vive a tempo pieno la vita del palco, possa utilizzare un periodo di “calma forzata” per “ripassare” a mente le proprie performance… E’ una sorta di proiezione virtuale dei propri show, per  restare cosi’ “sintonizzato” alle vibrazioni della propria passione. Anche in silenzio, facendo correre la mente. Poi ci sono tanti momenti, tramite i social, di condividere lo stato d’animo con i propri fans e gli altri musicisti…  ma credetemi, è anche importante “riconnettersi” con se stessi. E’ un’occasione piu’ unica che rara questa. Anche per dormire! In questo periodo, finalmente, dormo tantissimo. 

Cosa vorresti fare quando potrai di nuovo far divertire la gente?
Penso che al momento del “risveglio” da questo “brutto sogno” ci sarà talmente tanta energia e voglia di socialità. A noi artisti basterà semplicemente fungere da “amplificatori”.

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V Convention DeeJay – Arese (MI) posticipata al 13 e 14 giugno 2020



Ecco un breve messaggio dagli organizzatori di Convention DeeJay, che hanno deciso di posticipare la manifestazione: 


“La data del 4 e 5 Aprile 2020, essendo a ridosso dell’ordinanza restrittiva, per altro prorogabile, non ci garantisce un’adeguata partecipazione. Abbiamo deciso di collocarla il 13 e 14 giugno, sempre ad Arese alle porte di Milano. 
La giornata di domenica 14 giugno terminerà alle ore 18:30 in modo da non creare una sovrapposizione con le diverse iniziative che saranno presenti in città (d’altronde siamo vicinissimi al polo Fieristico di Rho Fiera e alla sua stazione che permette un collegamento velocissimo con Milano e la rete ferroviaria)”.


C’è poi la possibilità di partecipare anche in collegamento via Skype, per chi non si trovasse a Milano nella giornata in cui è coinvolto. 
Segreteria organizzativa e accrediti media di settore:Massimiliano Abbiati | ​info@conventiondeejay.it​ | mobile & whatsapp 3206724412
Kong Location – Arese (MI), nei pressi del polo fieristico di RhoIngresso​ previo acquisto del ticket su ​www.conventiondeejay.it
V Convention DeejayArese, Via delle Industrie 15 – Kong Location 


Tutte le info sulla manifestazione sono disponibili qui, nel comunicato stampa disponibile su lorenzotiezzi.it(il sito dell’ufficio stampa della manifestazione, ltc – lorenzo tiezzi comunicazione) e sul sito ufficiale: www.conventiondeejay.it

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“Fatto in Italia”, la playlist collaborativa creata da Luca Guerrieri (Meet Music) per ballare italiano anche a casa


I problemi sanitari del paese sono ben altra cosa, ma non è un periodo facile, neppure per chi fa musica ed è abituato, ad ogni weekend a dare energia al pubblico e far ballare migliaia di persone. E visto che il tempo in casa passa più velocemente ascoltando bella musica, il dj producer toscano Luca Guerrieri ha voluto dar vita ad un’iniziativa collettiva dedicata ai dj e soprattutto a chi ha voglia di ascoltare e magari ballare un po’ di bella musica italiana, a casa propria.


E’ “Fatto in Italia” – bit.ly/FattoinItalia-MeetMusic – una playlist collaborativa su Spotify, il luogo in cui anche noi comuni mortali e non solo i dj ascoltiamo musica. Come simbolo, Guerrieri ha scelto un’icona italiana nel mondo, il volto del David di Michelangelo. Concentrato un attimo prima di scagliare il suo sasso e non certo terrorizzato, forse l’eterno David è proprio l’immagine giusta per rappresentare questo periodo e l’orgoglio comune che dovrebbe unirci. 
E’ un progetto collettivo, nel senso che chiunque dotato di un account Spotify può aggiungere brani, purché siamo dance e siano prodotti da artisti italiani. Chi scrive ha appena aggiunto un brano di Gazebo, uno di Spiller ed uno di Cristian Marchi, mentre Danilo Secl, tra gli altri, ha voluto scegliere la sua versione di “Master Blaster”. Luca Guerrieri invece ha scelto di tutto, spaziando dagli eterni F.P.I. Project ai Meduza.


L’appuntamento per chi ha poi voglia di condividere musica e le proprie esperienze non solo su Spotify è a Follonica (GR), il 29 e 30 giugno, per la nuova edizione di Meet Music, il primo evento sul music business, un evento tra l’altro totalmente gratuito per i partecipanti. 


Ecco come Luca Guerrieri presenta sui suoi social “Fatto in Italia” – bit.ly/FattoinItalia-MeetMusic

Parlare della situazione attuale, che conoscete bene tutti, è inutile. Così come è inutile parlare di possibili o improbabili soluzioni. In questi giorni, voglio comunque mandare dei messaggi e inizio a farlo con questa playlist, composta da tracce che hanno riscosso un grande successo internazionale e che sono scritte da producer ITALIANI.

In questo momento cosi difficile dobbiamo fare gruppo e aiutarci a vicenda. Purtroppo non si può andare a ballare e frequentare nessun posto affollato, ma possiamo mettere in play questa selezione su #spotify e possiamo comunque sostenere il #madeinitaly. È ovviamente impossibile inserire tutti i miei colleghi, ma la playlist è “collaborativa” quindi potrete aggiungere la vostra traccia e potrete condividerla anche voi, sui vostri profili. Forza, mandiamo un messaggio UNITO al nostro pubblico e condividiamola tutti!

P.S. Un messaggio anche per i gestori dei locali che stanno attraversando insieme a noi questo bruttissimo momento: quando tutti ripartirà ricordatevi dei numerosi talenti ITALIANI che abbiamo e dato loro la priorità nelle vostre scelte artistiche!

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