Esistono professionisti della console che ai contesti classici del djing, come le discoteche, i club, i mega festival preferiscono le location più riservate ed esclusive, come gli aperitivi e le cene con sottofondo musicale nei lounge, o i party danzanti negli hotel e nei loft di lusso in Italia e nel mondo.

E’ il caso di RSoul DJ, all’anagrafe Raoul Girometta, professionista del mixer che da lungo tempo fa emozionare il pubblico in party esclusivi in location d’eccellenza, come Radisson Collection e Terrazza Martini a Milano o Villa Agape a Firenze, con selezioni musicali al tempo stesso raffinate e coinvolgenti. Intrattenendo senza sosta pubblici di ogni età.

“La chiave del mio successo in pista sta nella perfetta coniugazione fra il mio bagaglio musicale e la mia esperienza nella gestione dei pubblici. Nel corso del tempo ho imparato a intrattenere platee eterogenee, riuscendo a far ballare anche le persone più timide e riservate in eventi serali che, in un trend ormai globalizzato, uniscono le generazioni. E ci riesco grazie a selezioni musicali che non scadono mai né nel volgare né nel troppo commerciale né, ancor peggio, nella noia (come  accade quando la consolle viene gestita dai cosiddetti deejay “primadonna”)”, spiega RSoul dj.

Quanto conta il coinvolgimento?

“Il mio unico vero misuratore resta l’engagement, termine marketing che significa coinvolgimento, risposta del pubblico. E’ una metrica molto importante per i social media, dove la caduta di coinvolgimento potrebbe creare danni irreparabili all’ecosistema… proprio come succede con i party gestiti da deejay senza esperienza! Nelle mie serate sono protagonista nella misura in cui coinvolgo il mio pubblico per la perfetta riuscita della festa dall’inizio alla fine, senza farla scadere, proprio come un vero deejay dovrebbe agire, nel rispetto del suo “ruolo storico”. Sia per il cliente privato che decide di festeggiare una ricorrenza come il proprio compleanno o anniversario, sia per le aziende che attraverso gli eventi vogliono riconfermare il proprio posizionamento di marca o un nuovo importante traguardo”.

Prima di un evento fai un brief musicale con il cliente?

“Sì, esattamente. Con un approccio quasi ‘da agenzia’ parto da una selezione musicale che preparo specificamente per la serata in questione, con possibili playlist di preview per il cliente. Non una scaletta precostituita ma esempi di possibili “strade”: playlist house, r’n’b, evergreen, piuttosto che ethnobeat, nu disco, lounge, funk, nu soul, magari follow-up di selezioni già adottate per altri eventi simili che possono aiutare e sostenere il cliente nella scelta dell’impostazione musicale di serata.  Vado poi a personalizzare durante l’evento stesso, in relazione al pubblico e al mood di serata. Attraverso azioni di comunicazione specifiche, che siano comunicati stampa nazionali e locali e/o campagne social o mailing posso poi aiutare a dare un boost all’evento. Un’attività di successo, testimoniata dai numerosi riconoscimenti di pubblico ricevuti in questi anni, con un indice di gradimento che, misurato, potrebbe arrivare a soglie percentuali molto alte, se non assolute. Le testimonianze dei miei clienti le trovate sui miei profili social, Instagram e TikTok”

Tanti dj scelgono di giocare sul sicuro e proporre un solo genere musicale, tu hai un approccio diverso?

“La vera sfida è giocare con più generi e più pubblici, costruendo eventi unici. Sono tornato a fare il dj dopo 25 anni di esperienza nel marketing di prodotto, con una filiera di partner nazionali e internazionali dell’entertainment digitale (Netflix, Apple Music, Spotify, etc) e con specializzazioni in management, comunicazione, produzione. Voglio portare questa mia esperienza sugli eventi e nelle produzioni multimediali, collaborando con i migliori professionisti della filiera, dagli studi di registrazione (House of Glass di Gianni Bini), ai fotografi di moda e musica (l’emergente Mastrantoni, sto corteggiando Micalizzi), fino ai catering e al food. Ho lavorato con Frau Knam e sto facendo il filo ad alcune importanti food blogger”.

Hai una crew?

“Tutti i miei progetti si basano sul networking e sulle relazioni, una forma mentis poco italiana lo so, ma io ho una mentalità internazionale e UK nel cuore. Il fatto che mi sia aperto ospitando deejay italiani stranieri ai miei eventi o produttori emergenti nelle mie produzioni sta facendo nascere un interessante network di cooperazione internazionale per la musica e gli eventi, L’invito ad entrarci è aperto a tutti, sia ai bravi producer per la produzione musicale che ai videomaker e progettatori di 3D, grafica, agli organizzatori e ai PR. Chi è interessato può contattarmi con messaggio diretto ai profili social in calce”.

Abbiamo parlato della pista e degli eventi, quindi di un mondo al 100% fisico. Ma qual è il tuo rapporto con il mondo internet e tutto quanto è digitale? 

“Ne sono assolutamente favorevole, nel momento in cui ci siano consapevolezza e (auto) controllo. Il digital è uno strumento per amplificare le esperienze e può essere assolutamente funzionale agli eventi stessi. Ad attraverso tramite i social: sui miei profili faccio spesso anche dirette e ho un canale Mixcloud online h24. Non a caso il mio account name è  “rsoul from the disco loft”, perché il mio immaginario è quello di un disco loft musicale moderno e digitalizzato, una specie di versione 3.0 del loft musicale di Dave Mancuso, connesso con il pianeta attraverso il web e i social”.

Cosa pensi del phygital? 

“Presto riunirà il mondo fisico e quello virtuale. Siamo nella fase di post-lancio del nuovo visore Apple, che in America da alcune settimane sta creando un forte hype mediatico. Grazie alle nuove tecnologie, in un futuro prossimo potremo teletrasportarci in luoghi ed eventi, per ballare e incontrare gente. Io il primo passo verso questo mondo l’ho già fatto due anni fa, con sessioni di produzione, mixing e mastering nell’ HOG Studio di Gianni Bini a Viareggio, uno dei Top 5 in Europa. Le sto iniziando a raccontare attraverso i miei profili social, anche in vista del lancio delle mie prime produzioni. Brani tech-house ed ethnobeat in formato Dolby Atmos, che usciranno a nome Aegotism e Collectif D’Artistes Mediterraneens entro l’estate. 

A cosa sono dedicati questi nuovi progetti?

“Il primo progetto, Aegotism, è dedicato al tema dell’identità phygital e della metamorfosi dell’uomo moderno, tramite una narrativa a cavallo fra i due mondi. Il secondo, Collectif D’Artistes Mediterraneens, è un collettivo aperto di producer, musicisti e artisti multimediali per la riscoperta delle musiche, arti e e territori del Mediterraneo che porterà eventi multimediali nei locali e online, anche attraverso l’augmented reality. Per entrambe i casi usciranno produzioni audio e video immersive, da fruire attraverso ogni tipologia di device connesso –  notebook, tv connesse, visori Meta ed Apple – e prossimamente in eventi immersivi, anche fisici: alcuni locali all’estero come il Ministry of Sound di Londra hanno già un impianto Dolby Atmos Music e non a caso il mio primo video immersivo è stato girato lì (ride)”.

https://www.instagram.com/rsoul_from_the_discoloft
https://www.instagram.com/soulshapes_records/
https://www.instagram.com/collectifmed.art